Progetto
"La discriminazione etnica nel lavoro pubblico e privato: monitoraggio del fenomeno ed effettività delle tutele"
Relazione finale dell' Osservatorio Provinciale per l'Immigrazione di Lecce-Brindisi
Interviste e testimonianze di immigrati
Mesagne (Br) 10-11-07
Appunti presi durante l’intervista ad una signora impiegata come “bracciante agricola”[1]
Discriminazione subita sia dal datore che dagli altri colleghi extra-comunitari, presenti sul territorio da più tempo, questi non l’hanno aiutata a trovare lavoro, tenevano le informazioni per se e avevano paura che potessi rubare loro il lavoro.
Il datore usava toni offensivi, diceva che lui dava da mangiare a questi albanesi morti di fame, con le donne straniere si permetteva pure di mettere le mani a dosso, mentre lavoravano lui passava e dava sonore pacche sul fondoschiena. Durante una giornata di lavoro, per il gran caldo e la fatica la signora è svenuta, nessuno l’ha aiutata, solo una donna l’ha portata sotto un albero all’ombra dandole dell’acqua. Per il malessere e il conseguente tempo di lavoro non prestato le sono stati decurtati 2 euro sui 25 che doveva ricevere. Dopo quell’episodio ha lasciato il lavoro.
Sul lavoro le discriminazioni non riguardavano tanto la condizione giuridica-lavorativa, visto che tutti, italiani compresi, erano assunti in nero. La differenza di trattamento la sentivo nel modo in cui ci facevano svolgere il lavoro. A noi stranieri non era concesso di parlare e fermarci nemmeno per un attimo, pena il richiamo e le offese da parte della “fattora”, cosa che invece potevano fare gli italiani, i quali tendevano a scaricare parte del loro lavoro su di noi.
Sono emersi anche fenomeni di caporalato. Il fenomeno riguarda i lavoratori stranieri, è gestito da una donna che fa da intermediario tra i proprietari dei campi e i lavoratori. Si occupa solo del reclutamento delle “braccia” e prende per questo “servizio” 5 euro per ogni lavoratore reclutato. La somma è decurtata dal salario giornaliero pari a 30 euro. Il campo è raggiunto dai lavoratori con mezzi propri, per ogni macchina il proprietario del campo rimborsa 5 euro di benzina.
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[1]Non esiste una trascrizione completa dell’intervista perché l’intervistata ha rifiutato l’utilizzo del registratore; quanto qui riportato è la trascrizione (in formato elettronico) degli appunti presi durante l’incontro.