Progetto
“La discriminazione etnica nel lavoro pubblico e privato: monitoraggio del fenomeno ed effettivita' delle tutele”
Relazione dell’Unità di Ricerca di Bari – Coord. Locale: Prof.ssa C. Serino Università degli Studi di Bari
CONSIDERAZIONI
FINALI SUL FOCUS GROUP
Riassumendo i dati emersi, gli
elementi di
discriminazione oggettiva sarebbero quello della difficoltà
a stipulare un
contratto di lavoro e dei giorni di festività che risultano
lavorativi a tutti
gli effetti. Tuttavia, come emerso dai diversi partecipanti, non
necessariamente queste condizioni svantaggiose di lavoro vengono
considerati
episodi di discriminazione. Infatti, sostengono che molto spesso anche
gli
italiani hanno una situazione lavorativa precaria e non regolarizzata
da contratto.
Invece, rispetto ad altre minoranze etniche sentono di essere
discriminati,
anche perché hanno elementi più precisi, come
l’ammontare dello stipendio, per
poter effettuare un raffronto.
Sono infine disponibili un certo
numero di interviste
supplementari, a lavoratori stranieri interpellati a Bari.
L’oggetto non è
specificamente la discriminazione lavorativa, ma più in
generale le condizioni
di vita e le relazioni con i residenti. Queste potrebbero essere
incluse,
volendo, nel materiale da immettere on line.
Abbiamo
raccolto
diverse testimonianze sulle esperienze di inserimento nella nostra
società, non
solo in ambito lavorativo, ma soprattutto in quello delle relazioni
interpersonali. Appare molto importante l’acquisizione della
lingua italiana
sia per trovare lavoro, che per integrarsi efficacemente nel
territorio.
Infatti, l’acquisizione della lingua italiana risulta essere,
la maggior parte
delle volte, un elemento peculiare, quasi decisivo, che amplia o riduce
nettamente le effettive possibilità di socializzazione e
lavorative che gli
immigrati hanno nella nostra società. Qui di seguito sono
riportati i
contributi più salienti e che meglio mettono a fuoco questo
aspetto, fornitici
da lavoratori provenienti da diverse parti del mondo.
Romania, 26 anni,
badante:
Ho trovato amici, prendere la pizza con amici italiani, come ragazza brava, e mi sono fidata più degli italiani, perché a noi altra mentalità, l’uomo è più aggressivo con la donna, fumare, bere, l’uomo comanda un po’, quindi a trovare gruppi dell’Est avevo paura. Invece qui abbiamo il nostro gruppo, le ragazze, la pizza, il cinema. […] studio inglese e computer, ho preso la Patente Europea, e vorrei prendere anche la patente per la macchina, e qualche altro corso di massagista o infermiera, e sto già praticando in ospedale.
Si,
però il
lavoro quasi sempre senza orario, perché qui noi, tutti
quanti, quasi tutti
quanti, l’80%, lavoriamo in ristorante e pizzeria. Io lavoro
tutta la giornata,
mattina e pomeriggio, altri amici mattina e sera, ognuno si riposa un
giorno
diverso, lunedì, martedì, etc, quindi le
possibilità di incontrarsi sono poche.
[…]
cerco di
parlare con italiani, oggi imparo un po', domani un altro
po'…
Gli italiani
sono persone davvero amabili, è gente molto disponibile.
Credo che questo
succeda perché in Italia ci sono molti turisti, e gli
italiani ovviamente non
sono contro questi turisti, e secondo me questo è un segnale
di apertura.[…] in
effetti fino ad ora è stato un problema per me, ad esempio
convincere qualcuno
a darmi un lavoro, o semplicemente a parlare con me, ma pian paino sto
imparando parole nuove. Comunque le culture indiana e italiana, secondo
me, non
hanno troppe differenze
Ma una cosa
brutta è che io vengo qua, faccio pulizie, ma io so che
posso fare lavoro
meglio, ho 2 lauree, però capisco che no parlo lingua bene,
che no posso
lavorare. Però per me è brutto che uno mi dice,
fai questo, fai quello, mi
sento male, perché io partita da Georgia, lasciato casa,
famiglia, ma non ho
lasciato la mia istruzione, la mia cultura. Ora io ho figlia che studia
università perchè spero che lei lavoro meglio del
mio, se studia qua.
Io posso dire che in 4 mesi parlavo abbastanza bene, perché sono uno che sfoglia i libri, i giornali, che vede la televisione. Anche perché poi io mi sono iscritto all’università di lingue. Niente, difficoltà particolari, no.
Romania,
25 anni, badante:
Perché
le
persone non sono aperte con gli stranieri, hanno sempre da ridire, ci
vedono a
un livello inferiore, anche se uno ha studiato, io per esempio ho fatto
scienze
politiche, se vai in una famiglia barese sei sempre una straniera, una
persona
che non vale niente. Perché loro mi chiedono da dove vengo,
e quando gli dico
che vengo dalla Romania non sanno neanche dov’e’
sulla cartina.
Ho studiato
filosofia e teologia, poi ho fatto il baccalaureat. Si, anzi prima
dell’università ho studiato l’italiano 3
mesi, un corso intensivo a Firenze in
una scuola specializzata nell’insegnamento
dell’italiano, studiavo solo di
mattina, poi dove vivevo parlavamo solo l’italiano,
c’erano diverse persone da
diverse parti del mondo, l’unica cosa che univa era la
lingua, l’italiano, e
poi all’università ho fatto tutti gli esami in
italiano.
Beh, io vedo
che
gli italiani vogliono gli stranieri che vengono per lavorare, credo che
l’ottanta per cento ci vogliono, ma non vogliono quelli che
vengono qui per
fare casino, è normale che non vogliono i fuorilegge.
Inoltre, anche
certe dinamiche tra minoranze etniche e gli atteggiamenti a volte
ostili
intercorrenti fra questi gruppi sono degni di nota. A tal proposito, un
episodio che ci è stato riferito è riportato qui
di seguito:
Un’altra cosa strana è il concetto di superiorità che hanno i neri di alcuni paesi,tipo India o Bangladesh, rispetto ai neri dell’africa. Mi è successo che uno del Bangladesh mi ha chiamato”bruciato” perché secondo lui ero troppo scuro. Questa cosa non è che me l’hanno detta, ma l’ho capita da alcuni episodi.
Colloquio-Intervista con dei lavoratori immigrati  Torna al progetto