Progetto
"La discriminazione etnica nel lavoro pubblico e privato: monitoraggio del fenomeno ed effettività delle tutele"
Relazione finale dell' Osservatorio Provinciale per l'Immigrazione di Lecce-Brindisi
Interviste e testimonianze di immigrati
Intervista a due immigrati impiegati nel settore agricolo
Leverano (Le), 29/11/07
Intervista ad “A.” ed “E.” (lavoratori impiegati nel settore agricolo)
Intervistatori: “G.”; “El”.; “An”:
A.: Però le cose stanno cambiando, cioè stanno cambiando abbastanza…
[G.: In peggio tu dici?]
A.: Perché non è più come prima in caso che perdi il lavoro fisso, è proprio difficile a trovare un altro
[G.: perchè c’è forte frammentazione in conseguenza…]
A.: c’è un’altra scelta per gli imprenditori, hanno possibilità di un’altra scelta. Certo per quelli che mettono per prima cosa il denaro, perché se lui può prendere un altro invece, certo non è qualificato come me che è 15 anni che lavoro, come la faccio io una cosa non la fa un altro, però se vuole pagare di meno prende uno di questi romeni, bulgari che li paga di meno. È molto difficile sono cambiate le cose, in peggio!
[G.: ma tu dici a partire da quando? dall’entrata dei neo comunitari tu dici che quantomeno si sente di più questa discriminazione]
E.: e sì, io parlo per me, come quest’anno, a me non era successo mai che stavo a casa senza lavorare, io gli altri anni ho lavorato sempre dalla mattina alla sera, mo rischiamo veramente, perché prendono i bulgari, lo dico senza razzismo veramente, ma li danno 5 euro di meno, 10 euro di meno…
A.: ma sono cose che si verificano ogni giorno, io per esempio dove sto, ogni tanto trovo altre persone, il datore mi chiama e dice A. trova uno, due, o na femmina due femmine, o..
[G.: per lavori straordinari?]
A.: sì quando c’è di più da lavorare, allora che cosa fa, cioè più o meno sanno, c’è chi prende di più e chi prende di meno
[G.: che significa A.? che loro sanno già che c’è un prezziario differenziato tra lavoratori? Lo sano già questo?]
A.: si loro sanno alla giornata chi prende di più e chi prende di meno, poi quando proprio li serve qualcuno mi dicono…
[G.: cioè vediamo se ho capito bene, un datore di lavoro, in tal caso il tuo come altri magari, sanno già che c’è un certo numero di persone disponibili a lavorare, anche per una giornata ogni tanto, che si accontentano con un salario inferiore, e che soltanto quando si è esaurita questa forza lavoro ricorrono ad altri pagando poi sempre quattro soldi sostanzialmente, cioè quanto pagano 25 30 euro?]
A.: 25, 5 euro all’ora
[G.: 5 euro ad ora in campagna, per qualunque lavoro?]
E.: non a tutti però..
A.: a quelli che non sono in regola danno 25, a quelli in regola danno 20, si trattengono 5 euro per i contributi
E.: se fai mattina e sere prendi 35
[G.: quindi 5 ore prendi 20 euro]
A.: si però risulta che lavori solo la mattina, le giornate lavorative in agricoltura risultano di 5 o di 6 ore
[G.: allora riassumendo, mediamente, quando vi pagano i contributi, vi danno 20 euro per 5 ore, se invece di 5 ore vai mattina e sera ve ne danno 35, dico bene?]
A.: sì
[G.: diversamente, se sono questi avventizi, per alcuni lavori straordinari danno 25 euro, è questo lo schema?]
A.: sì
[El.: questo vale anche per gli specializzati? Cioè quelli che fanno la potatura e..]
E.: no,no, aspetta, per la potatura danno 35-40 euro
[El.: ma sono italiani o stranieri?]
E.: no, sono italiani
[G.: però questi lavori specializzati voi non li fate?]
A.: no, no noi non li facciamo.
[G.: quindi c’è già una prima discriminazione, tra chi fa lavori specializzati e non specializzati, ad oggi gli stranieri, tra l’altro gli albanesi che sono qui da un bel po’ di anni, continuano a svolgere questi lavori non specializzati. Ma tu qualora fossi chiamato per questo tipo di lavoro specializzato, specialistico come la potatura lo sapresti fare?]
A.: sì, io tra l’altro la potatura già la faccio perché dove sto là..
[G.: quindi voi fate i lavori specializzati, i lavori diciamo qualificati?]
A.: si ma la paga è sempre quella, non è che ti danno di più perché fai la potatura, io sono fisso là e la faccio. Però ci sono gruppi, qua a leveranno, che fanno la vigna, le olive, che sono proprio specializzati, ma sono leveranesi, sono di qua.
[G.: cioè ricorrono per alcuni lavori specialistici a degli operai qualificati, più o meno riconosciuti, i famosi “munnaturi”, che c’erano le squadre e continuano ad esserci, quindi per questo tipo di lavoro continuano a ricorrere a questi gruppi di lavoratori specializzati.]
E.: sì ma non c’è più il caposquadra
[G.: quindi ha modificato l’organizzazione del lavoro?, e perché secondo te questa cosa?]
E.: perché quando c’era il caposquadra dovevi pagare sia lui, con un bel po’ di soldi, che quello che lo aiutava, e tanto quello che aiutava stava solo sotto l’albero… così con quegli stessi soldi oggi pagano più persone..
[G.: ma la qualità del lavoro?]
E.: è la stessa, basta che vedi una volta come si fa e impari.
[G.: e allora perché secondo te per tanti anni, io mi ricordo ero ragazzo, c’erano ste squadre organizzate?]
E.: Oggi è cambiato, è più facile, si fa tutto con le seghe a motore, vai e tagli non c’è più bisogno di squadre…
[G.: quindi sostanzialmente sono stati gli immigrati neocomunitari che hanno abbassato ulteriormente il mercato?]
E.: sì pure per quanto riguarda i lavori alle case..
[G.: quindi pure per le collaboratrici domestiche è la stessa cosa?]
A.: sai cosa succede? Pei rumeni o i bulgari, loro vanno in migrazione, e vanno le donne, i maschi stanno a casa, per la maggior parte, praticamente stì femmine quando vengono qua, cercano un lavoro, e il lavoro che cercano, cercano vitto e alloggio e si accontentano proprio di poco, certo, mangiano lì non pagano l’affitto e quel poco che prendono lo mandano tutto a casa. E praticamente una femmina come noi, che abbiamo le famiglie, non possono stare sempre lì, allora prendono loro che si accontentano anche di meno.
[G.: ma la configurazione che tu dicevi, cioè il fatto che alcuni lavori specialistici, li fareste pure voi ma non ve li pagano come specialistici…]
A.: è normale, loro mi pagano la giornata normale, a prescindere da quello che quel giorno faccio..
[El.: ma nelle serre non ci sono degli operai specializzati che fanno certi lavori?]
A.: io così ho scritto sopra l’assunzione, io risulto operaio specializzato, però mi pagano sempre la giornata normale, sempre 20 euro.
[G.: ma la tua serra produce fiori o pure ortaggi?]
A.: fiori e ortaggi
[G.: la fase più specializzata qual è? Cioè dove ci vuole maggiore professionalità?]
A.: dipende, per esempio una fase delicata è il momento di crescita, ma anche quando sono piccinni e quando li devi raccogliere, specie i fiori, cioè devi sempre starci sopra dalla messa in coltura alla raccolta.
[An.: quante persone lavorano in una serra?]
A.: dipende dalla serra, nella serra dove lavoro io sono io l’unico dipendente, gli altri sono tutti famigliari, il proprietario sua moglie e il figlio. Poi dipende dalla stagione e dai momenti, durante la raccolta degli ortaggi per esempio chiamano anche altri pe 15-20 giorni chiamano anche altri, 3 0 4 femmine.
[An.: e chi si occupa del reclutamento di queste persone? Si rivolge a te il proprietario?]
A.:sì, si rivolgono sempre a me, sono io che li trovo le persone
[G.: cioè usano sempre la rete informale, le conoscenze sostanzialmente, cioè, la struttura di comunità di un paese dove tutti si conoscono, da mettere in evidenza Antonio è la struttura di comunità cioè, l’elemento di comunità viene ancora oggi funzionalizzato alle loro esigenze, cioè in una società avanzata questi fruiscono del frutto della società avanzata e fruiscono degli elementi comunitari, è incredibile, impressionante sta cosa.]
[El: ascolta A., 10 anni fa io mi ricordo quando avevamo fatto l’indagine che c’erano i gruppi di ragazzi da soli, ti ricordi? Che erano quasi tutti senza P.D.S. che erano il gruppo che lavorava maggiormente, e mi ricordo che mi dicevano che la sera si incontravano nella piazza e lì venivano i datori di lavoro per prendere a lavorare la gente, oggi questi sono spariti?]
A.: oggi le cose sono cambiate abbastanza, pure c’è un punto di riferimento come prima, tu puoi uscire alla piazza e se qualcuno passa puoi trovare lì il lavoro, però ormai questo ora non funziona proprio, se trovi qualche lavoro lo fai in base a delle conoscenze
[G.: lo sai che questa era la tradizione, perché la cosa della piazza funzionava così, ancora prima della piazza c’era dietro la casa di ogni agrario un gruppo di persone che circolava per cui poi usciva il fattore e diceva tu, tu, e tu, tu sei comunista non puoi lavorare, siccome io ero figlio di comunista queste cose le ricordo perfettamente, per cui era un fatto di discriminazione di classe, politica, tu comunista non lavori; poi si sposta nel mercato più allargato, quando in seguito alle lotte bracciantili si sposta poi alla piazza dove si trovava lavoro e c’era una forma di solidarietà e delle lotte contadine che impedivano l’abbassamento del mercato, se erano 10 lire erano 10 lire per tutti, perché c’erano le camere del lavoro che garantivano queste cose.]
A.: mo è cambiato!
[G.: e sì da quanto sento sì.]
A.: e poi da comune a comune cambia
[G.: in che senso?]
A.: a Carmiano per esempio per 6 ore prendono 35-37 euro.
[G.: ma questo non può dipendere dal fatto che un certo numero di neocomunitari si sia instaurato qua ed abbia funto da abbassamento del mercato?]
[El.: 10 anni fa quando abbiamo fatto l’indagine dicevano che gli operai italiani da quando erano arrivati gli albanesi prendevano di meno perché gli albanesi si accontentavano di poco, e quindi come vedi ritornano gli stessi copioni.]
[G.: ma quanti stranieri ci sono che lavorano in agricoltura qua a Leverano?]
A.: ce ne sono tanti, ma mo il discorso è che gli albanesi si sono stabilizzati, hanno portato le famiglie, gli albanesi qui lavorano tutti in agricoltura, a leveranno non c’è altro
[G.: quindi lavorano tutti nelle serre sostanzialmente?]
A.: il discorso della serra è che lavorano tutto l’anno, non è un lavoro stagionale o piove o non piove lavori.
[G.: perché ci sono i tendoni no? Siete al coperto?]
A.: sì
[An.: io volevo capire una cosa che mi sfugge attorno alle serre, cioè tipo ci sono dei consorzi che mettono assieme più serre oppure i proprietari delle serre sono tra loro concorrenti?]
A.: la maggiorparte sono in concorrenza tra loro.
[An: quindi chi lavora in una serra non lavora in un'altra?]
E.: no praticamente se io lavoro in una serra e mi accontento di 10 euro subito io padrone passo parola e ti danno tutti 10 euro.
[G.: sentite ma sindacalizzazione?]
A.: no, non c’è niente, non ha funzionato mai!
[G.: siamo finiti al dopoguerra, dopoguerra, prima delle battaglie delle lotte bracciantili ]
A.: qua ho parlato cu lu Carmelo [il sindacalista], ho parlato pure con lui però tutte cose, non si può fare niente.
[G.: quindi noi abbiamo, potremmo dire che effettivamente l’immigrazione, insieme con tante altre forme, ha portato ad una arretratezza dell’organizzazione del lavoro anche rispetto alle lotte e alle conquiste contadine e bracciantili degli anni 50 e 60 insomma, guarda io farei un intervista ad un datore di lavoro.]
A.: e che vuoi che ti dica quello là?!?
[G.:
loro ci diranno che hanno
difficoltà a piazzare
sul mercato, il commercio internazionale, la concorrenza… ]
[G.: certo hai il salario in virtù del livello ma i livelli quali sono?]
A.: allora c’è il 120, 140 e 160,
[G.: che sarebbero le giornate lavorative fatte durante l’anno?]
A.: no, è un codice che ti inquadra come lavoratore, il 160 è lo specialista è il potatore ad esempio.
[G.: quindi secondo il livello ci sono i salari ma che non sono rispettati vero?]
A.: no.
[G.: quindi tu firmi la busta paga..]
[El.: quindi lo scambio sono i contributi praticamente?]
A.: io adesso sto 360 giorni a disposizione, lavoro tutto l’anno, lui mi mette 101, però non sono 101, le giornate mie sono 320, lui praticamente mi paga solo per tre ore della giornata mia.
[G.: cioè tu hai nessuna garanzia salariale, ti inquadrano per coprirsi rispetto all’ispezione del lavoro ad un livello, tu sei costretto a firmare la busta paga che non corrisponde al reale, quindi sono coperti rispetto a..]
[El.: ispezioni ne sono venute?]
A.: da me sì
E.: da me mai
A.: però elis, pure che sono venuti, come noi che siamo inquadrati nelle aziende, io però quando vengono le ispezioni non posso dire neanche mezza parola perché io sono bruciato, non esiste sta cosa cioè..
[G.: sul lavoro nella serra ci sono alcuni lavori più usuranti, più nocivi, quando devi diffondere gli anticrittogamici e roba del genere, ci sono lavori più nocivi e altri meno nocivi o no?]
A.: sì ci sono.
[G.: e quelli nocivi li fanno fare agli immigrati o no?]
A.: ma quelli bisogna vedere se uno li sa fare o no, se uno non li sa fare non li può fare, perché per ogni cosa devi comunque essere specializzato, per buttare i veleni o le medicine devi essere pure..
[G.: non dico solo le medicine ma anche i lavori più degradanti, che so, se c’è da fare un lavoro più umile a chi lo fanno fare all’italiano o allo straniero? Come devo dire c’è da spalare del letame a chi lo fanno fare?]
A.: guarda, il discorso è che dove stiamo noi non possiamo fare esempi di questo tipo perché l’unico lavoratore sono io, non è che lavoro con altri italiani, sia io che lui siamo soli sul lavoro.
[G.: ah ecco, non c’è paragone]
[El: e tu non sai se dove ci sono aziende più grandi se questo succede?]
A.: a no, pure gli altri operai italiani li fanno fare gli stessi lavori, da questo punto di vista non ci sono differenze, ci sono miei connazionali che lavorano con italiani ma non ci sono differenze di trattamento [pezzo indecifrabile] se lavori a giornata quando finisce l’orario prendi e te ne vai, Quando lavori tutto l’anno non stai a badare se fai una mezz’ora o un’ora in più, non puoi lavorare vedendo sempre l’orologio, se un lavoro deve essere finito in giornata tu lo finisci.
[An.: questo è emerso anche durante la somministrazione dei questionari, ricordo due ragazzi senegalesi che dicevano proprio questo…]
A.: e poi quando lavori tutto l’anno, se ti ha messo in regola…,
[G.: come se ti facesse un favore a regolarizzarti, e non che adempie al suo dovere… ]
A.: cioè tu tante cose non le puoi manco dire, e poi non è manco facile che non è che ti assicurano tutti!, però per fare esempio una volta gli ho chiesto un aumento di 5 euro che non mi ha dato, gli ho detto che avevo intenzione di trovare un altro lavoro e lui mi ha detto che non era corretto nei sui confronti perchè quando ho avuto bisogno del contratto per il permesso di soggiorno lui me lo ha fatto.
[G.: un ricatto morale proprio!!!, senti tornado al discorso di prima, io non conosco il contratto di lavoro, però prevedo che scritto da qualche parte ci sarà che se uno svolge un attività che, se cosparge anticrittogrammi, dovrebbe mettere una maschera o bere del latte..]
A.: no, no niente
[G.: questi non vi danno nulla, quando muori muori tante c’è qualcun altro che prende il tuo posto, insomma non c’è nessuna garanzia sulla sicurezza del lavoro.]
E.: no, non c’è niente, l’unica cosa è che se siamo in regola possiamo avere il permesso di soggiorno.
[G.: il P.D.S, quindi ti dichiaro, ti metto i contributi, quindi diventi privilegiato rispetto ad un altro che non lo ha.]
[El.: privilegiato ma paradossalmente in alcuni casi è anche peggio! Non è affatto privilegiato.]
[G.: no per niente scatta un ricatto morale, di fatto lui si è sentito finanche in dovere di, invece di mandarlo a fanc…, di essere così gentile da dirli che voleva andarsene e poi non se ne va perché si sente vincolato moralmente perché quello gli ha fatto il P.D.S., quindi lui sfrutta anche il fatto morale, sfrutta l’organizzazione del lavoro su base comunitaria, quindi sfrutta tutto quello che può sfruttare per tradurlo in denaro.]
[An.: be la stessa cosa che emergeva anche durante il focus con le badanti, la regolarizzazione, nei fatti fittizia, usata come arma di ricatto. ]
E.: quando dicevi dell’ispettorato di lavoro no? Prima che venga l’ispettorato del lavoro, il padrone già lo sa che deve venire e quindi se non sei in regola ti dice domani e dopodomani non venire qua, e poi l’ispettore se ne va sempre con le buste piene di cose
[An.: quindi sono collusi?]
E.: non lo so, so che lo sanno sempre quando deve venire l’ispettorato del lavoro.
[G.: anche questa cosa è da mettere in evidenza. Ci sono altre cose che vogliamo sapere?]
[An.: be la cosa che ci interesserebbe sapere sono alcuni episodi concreti legati alla discriminazione subita in quanto lavoratori stranieri, ma visto che lavorate solo voi, non avete colleghi, non credo che siano informazioni che possiamo avere. ]
A.: no per esempio Giorgio, lui lavora a Carmiano con altri italiani, cioè lui è l’unico albanese però non li vede queste cose, lo trattano uguale agli italiani e pure con gli italiani suoi colleghi non mi ha mai detto di avare problemi.
[G.: però tieni presente che gli albanesi sono da anni qui presenti, c’è l’elemento comunitario, in tal caso la comunità locale ti riconosce, il fatto che ci si conosca tutti, il fatto legato anche alle strategie di mimetizzazione evita il presentarsi di situazioni discriminatorie, di essere discriminati in quanto stranieri, tieni presente che poi ci si trova tutti nella stessa situazione, i bassi salari sono per tutti non solo per gli stranieri, la presenza di lavoratori extracomunitari ha abbassato la capacità contrattuale ma per tutti, c’è stata un omologazione al ribasso, non c’è sindacato, non c’è prospettive quindi ha stabilito le norme unicamente il padroncino.]
Note della trascrizione:
~ le frasi tra parentesi quadre […..] si riferiscono a osservazioni o domande degli intervistatori
~ per rendere più immediato il contenuto del focus group è stato seguito il criterio di trascrivere integralmente gli interventi, solo raramente si è ricorso a qualche modifica che non cambia il senso delle parole ma rende più comprensibile il significato. Non sono stati trascritti gli interventi non pertinenti all’oggetto della ricerca