Progetto
“La discriminazione etnica nel lavoro pubblico e privato: monitoraggio del fenomeno ed effettivita' delle tutele”
A – adesso loro non ci vogliono,
adesso no
C – adesso sì, adesso è un po’ più difficile […] alcuni se
non sei italiano non vogliono
[…] prima volevano i rumeni,ora no
Inoltre,
anche ottenere un contratto di lavoro spesso è difficile, o accade dopo diverso
tempo dall’inizio del rapporto di lavoro. I nostri intervistati hanno riportato
esperienze diverse a riguardo, perché sebbene nessuno abbia avuto il contratto
da subito, alcuni, dopo diverso tempo, hanno regolarizzato la loro posizione.
Viene affermato che i datori di lavoro sono soliti addurre scuse per sfuggire
ai loro obblighi contrattuali e questo aspetto è riscontrato spesso non solo
dai rumeni, ma si delinea come una condizione generale che accomuna tutti gli
immigrati. Tuttavia, tutto ciò non viene letto necessariamente in termini di
discriminazione verso lavoratori rumeni, infatti soprattutto D. afferma che sia
per gli italiani che e per gli altri immigrati regolarizzare la propria
posizione lavorativa sia alquanto difficile.
D. - Per me è successa una cosa un po' diversa. Io sono stata trattata molto bene al lavoro, l'unica cosa è che...
Ho avuto due
esperienze dove mi hanno detto che dovevano farmi il contratto, […] datori di
lavoro mi hanno detto che non lo fanno più o
che non si potevano pagare i contributi. […] Lo dovevano pensare sin dall’inizio, non posso dire se questa è discriminazione o no,
perché questo capita anche agli italiani di lasciarsi
ingannare, dicono di fare il contratto e poi preferiscono meno. Forse
sarebbe più facile farlo con una straniera. [..]
C- da un
anno lavoro senza contratto
B- sì, io
adesso ce l’ho. […] Adesso si mi ha fatto contratto.
A- io lavoro da 2 anni prima
[…] ha detto noi dobbiamo avere soldi in banca per contratto, però io penso
questo. Loro devono mettere soldi in banca per fare contratto
D – ma si
inventano tante, io ho sentito decine di bugie, scuse, pretesti […] ad esempio
che ci vuole il codice fiscale per farti contratto di lavoro, però se vai a chiedere
codice fiscale devi pagare multa perché stai già da tempo senza contratto,
questo non c’entra per niente, quando vai a chiedere il codice fiscale non ti
chiede nessuno da quanto stai li.[…]
D –
sinceramente non vedo questo, io non sono stata discriminata per essere rumena,
non ho mai incontrato questo problema del contratto di lavoro, ma può darsi
che con questo problema si incontrano anche gli italiani, questo non lo so,
questo non lo so, e però ho trovato degli annunci su internet per baby sitter o
sui giornali, e dimenticato sinceramente di scrivere rumena poi a telefono mi
hanno contattata e mi hanno detto che mi contatteranno più tardi, e non
posso dire sicuramente perché ero rumena o per altre ragioni, altre piccole
cose così sono stata, ma nei contatti diretti mai perchè sono rumena. Ho avuto
problemi perché alcuni cercano di approfittare degli stranieri o anche degli
italiani in situazione difficile.
C – sì in questo senso
D – e
promettono il contrario e poi non lo fanno. Questo penso che tutti stranieri o
quasi tutti stranieri si sono comportati almeno una volta nella loro
esperienza, ingannati.
C – Questo anche italiani penso che si […] li sfruttano […] allora per gli stranieri che speranza?
Le donne
svolgono spesso attività di assistenza agli anziani e di baby sitter, mentre
gli uomini solitamente lavorano nell’edilizia o come inservienti.
E’
difficile sia per le donne che per gli uomini poter svolgere un lavoro diverso
da questi.
D – diciamo che questo tipo di
lavoro di baby sitter si trova quasi esclusivamente per le donne, molto molto
difficile per gli uomini trovare un lavoro in questo campo. E gli uomini quelli
che possono lavorare nell’edilizia, lavorano, e gli altri, per gli altri
estremamente difficile trovare, almeno di trovare come cameriere oppure altri è
un’eccezione trovare […].
Dunque per gli uomini è ancora più difficile che per le donne, perché se non hai un’esperienza nel campo dell’edilizia allora è quasi impossibile trovare negli uffici mettono giovani dell’Etiopia, degli altri paesi, da mesi e mesi e mesi e mesi per trovare un lavoro. Perché quasi tutti vogliono in casa qualcuno che sappia cucinare, stirare, fare queste cose.
Ai rumeni non
vengono riconosciuti i giorni di festività cattolica, come ad esempio
l’Immacolata Concezione, ma nemmeno quelli legati alla loro religione
ortodossa. Spesso infatti, lavorano in questi giorni, che per gli italiani sono
festivi a tutti gli effetti. Questo aspetto viene considerato come una
violazione dei diritti. Infatti alla domanda:“Ma secondo voi quali sono i
diritti degli immigrati che non vengono rispettati?” i partecipanti hanno suggerito questo aspetto.
D – questo sabato per l’Immacolata Concezione, è giorno festivo
in Italia, no?
M – sì
D – e sono quasi sicura che la maggior parte dei rumeni
che lavorano in una famiglia (…) non ce l’avranno questa giornata libera
M – non l’avete no?
D – anche perché loro, siccome noi siamo ortodossi […] la
maggior parte non sanno che qui è una giornata festiva per chiederla e quasi
mai il datore di lavoro verrà così a dire: “prenditi un giorno libero”
M – e le vostre feste vengono rispettate?
C – no
D – ovviamente no
B – noi non ce li abbiamo
Il tipo di
lavoro svolto influisce di gran lunga sulla possibilità di socializzazione e di
apprendimento della lingua italiana. Le badanti, infatti, riportano
un’esperienza più estrema rispetto agli altri. Oltre al fatto che devono essere
a disposizione 24 ore su 24, non viene loro concessa una giornata libera, che
infatti si riduce a mezza giornata. Come è facile intuire, in un arco di tempo
così ristretto, è davvero improbabile poter vivere la città con le possibilità
socializzazione che offre. Queste donne sembrano davvero affaticate da ritmi
lavorativi così rigidi e serrati.
B – però noi impariamo non subito, perché lavori con un
anziano non puoi far niente, io ho lavorato fino a 1 anno e due mesi non
parlavo niente […] ho imparato dalla TV.
D – questa è
un’altra ragione per cui molte rumene non fanno rispettare i diritti, perché
non riescono a parlare bene, non riescono a leggere bene la legge […] Un giorno
libero in Romania sarebbero 24 ore, più una mezza giornata libera 12 ore,
questi nessuno li da. Nel giorno cosiddetto libero hai 10 ore libere e in
quella mezza giornata libera hai 4 ore libere. Questo significa per loro un
giorno e mezzo. La legge dice 24 ore e 12 ore e queste persone non possono
andare a visitare altre città, perché se tutte le notti stanno lì e non hanno
nemmeno una notte come dovrebbero avere libera a settimana, come fanno ad
andare in un’altra città ma si può partire dopo 10 ore essere di ritorno a
lavoro e nel fra tempo aver visitato qualcosa? Stanno proprio come uccelli in gabbia.
B – non c’è tempo per conoscere
qualcuno, quando?
A – devi stare sempre (…..) io
lavoro una settimana, ho mezza giornata libera, domenica […] mi giro la chiesa,
è sempre stare in casa.
D – è una cosa del tutto
diversa da quelle che lavorano con i vecchi e di quelli che lavorano come me, è
una cosa del tutto diversa, non si può paragonare
C – escono una volta a settimana
D – cosa puoi fare una volta a settimana? Non sai prima
andare in chiesa, andare prima al parco, andare
prima a incontrare un amico per qualche ora, cosa puoi fare?
C – vabbè se loro fanno qualche spesa, per una, due ore
massimo
B – io esco tutti i giorni 1, 2 ore per spesa
C – non credo che […] fai oggi al cinema, poi si è troppo stanchi
Uno degli elementi più interessanti, e, per certi versi, inaspettati è stato quello della diversità di trattamento che varie minoranze etniche ricevono nel nostro Paese. Molto spesso infatti si prendono in considerazione esclusivamente i rapporti tra maggioranza e minoranza, trascurando quelli tra le varie minoranze, che, come in questo caso, possono risultare dei tasselli preziosi e indispensabili per avere un quadro esaustivo e completo delle relazioni sussistenti tra diversi gruppi etnici. Infatti, ipotizzavamo di ottenere conferme di una disparità di trattamento tra italiani e immigrati, ma in realtà la discriminazione che questi rumeni percepiscono con maggiore disappunto, non è rispetto ai nostri connazionali, quanto piuttosto in confronto ad altri minoranze etniche, come i polacchi e i russi. Il tipo di discriminazione riportato è rispetto alla paga e alla stipula del contratto, non alla mansione o all’orario di lavoro.
C – ti pagano meno
D
–
e questo è vero
C –
ecco anche se sei forse più bravo
A
– tutti pagano 800 mila, noi
600 così
A questo punto il mediatore
chiede se hanno lo stesso datore di lavoro, in maniera tale da verificare
l’attendibilità del raffronto.
Viene chiesto se sono
svantaggiati anche rispetto agli italiani.
A
–
polacchi, russi, prendere di più di noi
I rumeni denunciano la sovrapposizione e confusione che i mass media, e di conseguenza, l’opinione pubblica è solita fare tra rom e rumeni. Questo è stato esacerbato dal grave episodio accaduto a Roma. I mass media hanno infatti il più delle volte identificato il colpevole del misfatto con un rumeno, quando in realtà si trattava di un rom rumeno. L’ identità di rom è stata menzionata poche volte rispetto a quella di rumeno. Questo è un danno per la comunità rumena presente in Italia. Infatti, i rumeni intervistati subiscono le conseguenze di questa confusione e ribadiscono quanto rom e rumeni non abbiano nulla in comune. I rom sono dei nomadi che vivono in baracche in Romania, come qui in Italia, e non vogliono integrarsi, sebbene in Romania siano loro offerte diverse opportunità a tal riguardo.
C – (si deve) dire rom rumeno quando un rom fa qualcosa
di male […] a me è successo quella volta, sempre rumeno, e poi alla fine era un
rom, e tutti hanno detto rumeno rumeno rumeno, e poi soltanto una volta hanno
detto rom. Allora ecco perché adesso tutti i rumeni sono così cattivi
D - però secondo me quello di cui abbiamo già parlato prima,che c’è
confusione tra rumeni e rom, questo è veramente il problema maggiore
D – […] il problema è che gli
italiani non fanno la differenza
C – sempre sempre
C– quando diciamo tu sei
zingaro, sono zingaro italiano, siamo di cittadinanza italiana
D – la lingua è diversa, le
tradizioni sono diverse, la religione, la cultura, tutto è diverso, è solo
il fatto che la maggior parte si sono soffermati sul territorio della Romania
C – Forse perché siamo più
tolleranti
D – in ogni caso è l’unica cosa
che abbiamo in comune è che loro come vivono qui in baracche, così fanno anche
in Romania. Loro come non si integrano in Italia ,non si integrano nemmeno da
noi, no perché noi non facciamo sforzi come rumeni, […] questa diversità solo
per loro hanno tanti diritti in Romania ma non ne vogliono approfittare perché
non vogliono lavorare perché è più comodo
A – loro non ci vogliono […]
C – più facile chiedere
elemosina, più facile rubare, più facile
D – sono un po’ chiusi, sono veramente pochissimi quelli che si vogliono integrare
A livello interpersonale, come già detto, in base al
tipo di lavoro i soggetti hanno possibilità più o meno estese di entrare in
contatto con gli italiani e creare amicizie. Tuttavia, in questi rapporti, è
più facile che accada che sia un rumeno ad entrare in conversazione con un
italiano che non il contrario.
C – a me è facile perché io lavoro in (salumeria), comunque non è facile perché c’è una mentalità diversa, se tu vuoi avere un amico italiano, tu devi andare da lui, cioè è diverso da noi, rumeno va da te, ti sta aiutando, ti sta chiedendo, non lo so vuole fare un’amicizia […] se tu vuoi fare un amico, tu devi andare.