Associazione multietnica di intercultura e servizi per immigrate e immigrati
Afghanistan: garantire evacuazione, ingresso in Europa anche in esenzione di visto e protezione per le persone in fuga L’ASGI indica alcune indispensabili iniziative per agevolare la protezione della popolazione civile in Afghanistan. L’attuale drammatica situazione in Afghanistan, cui stiamo assistendo inerti da oramai troppo tempo, deve spingere l’Italia e l’Unione europea a fare tutto il possibile per evacuare la popolazione locale che ritenga non ulteriormente sopportabile lo stato di privazione dei diritti e delle libertá democratiche. Tale piano di evacuazione dovrebbe tenere in considerazione innanzitutto le esigenze delle categorie maggiormente bisognose e vulnerabili in questo momento, ovvero almeno donne, minori di etá, persone anziane, appartenenti a gruppi e comunitá, religioni, posizioni politiche ed etnie che non si riconoscono nell’annunciato nuovo governo, ex collaboratori a qualsiasi titolo del personale civile e militare straniero sino ad ora presente a diverso titolo in Afghanistan. Inoltre, deve essere immediatamente garantita l’evacuazione di tutti coloro che erano in attesa di partire a seguito di autorizzazione per ricongiungimento familiare e sono ora impossibilitati a farlo. Considerata la situazione eccezionale in atto, tuttavia, deve essere presa ogni opportuna iniziativa rivolta a garantire l’ingresso in Europa ed in Italia ai cittadini afghani attualmente in patria ovvero all’estero. Essendo di fatto impossibile il rilascio di visti di ingresso da parte della autoritá consolari europee in Afghanistan é, dunque, necessario modificare gli allegati al Reg. (CE) 15/03/2001 n. 539/2001 (o sospenderne temporaneamente gli effetti) e cosí prevedere la possibilitá di ingresso in Europa in esenzione di specifico visto per i cittadini afghani. L’Italia, anche tenuto conto del ruolo assunto dalle proprie forze militari nel corso degli ultimi venti anni in Afghanistan, ha il dovere di garantire o, comunque, agevolare in ogni modo l’ingresso tramite le proprie frontiere marittime, aeree e terrestri dei cittadini afghani che ivi si presentino anche in esenzione di visto e fornire loro tutte le informazioni utili affinché gli stessi possano accedere alla richiesta di protezione internazionale. E’ difatti di palmare evidenza il diritto di tutti costoro al riconoscimento del diritto di asilo che la Costituzione italiana riconosce quale diritto fondamentale ai sensi dell’art. 10, co. 3. Devono almeno essere immediatamente trasferite alle rappresentanze consolari italiane nei Paesi limitrofi (insieme agli altri servizi consolari) anche le competenze relative al rilascio di visti di ingresso per i cittadini afghani, in particolare quelli per ricongiungimento familiare o comunque il rilascio di visti umanitari, garantendo procedure rapide e semplificate che non tengano conto del mancato soggiorno regolare del richiedente nel Paese in cui la rappresentanza consolare é situata. Occorre infatti tenere conto del fatto che, in ragione dell’emergenza epidemiologica e dei connessi ritardi dell’Ambasciata italiana a Kabul, molte pratiche di ricongiungimento di familiari di cittadini afghani soggiornanti in Italia risultano a tutt’oggi bloccate. Allo stesso modo occorrerá tenere conto e facilitare il reingresso di cittadini afghani titolari di un permesso di soggiorno italiano che, per varie ragioni, risultano essere bloccati in Afghanistan. E’ poi indispensabile che, facendo uso di tutti gli strumenti normativi attualmente a disposizione, i cittadini afghani comunque presenti in Italia ed in Europa possano accedere con immediatezza alla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e ad un titolo di soggiorno che garantisca loro e, per quanto possibile, i propri familiari attualmente in Afghanistan una adeguata tutela. Nei confronti di costoro é opportuno che, attraverso un esame prioritario ai sensi art. 28, co. 2, lett. a) d.lgs. 25/2008, le commissioni territoriali riconoscano una delle due forme di protezione internazionale previste dall’ordinamento giuridico e che ció avvenga – ove possibile – omettendo il colloquio personale con il richiedente, ai sensi dell’art. 12, co. 2 e 2 bis, d.lgs. 25/2008. Solamente nel caso in cui motivi concreti e tassativamente previsti dalla legge ostino al riconoscimento della protezione internazionale dovrá, comunque, essere rilasciato a tutte le persone di nazionalitá afghana che ne facciano richiesta un permesso di soggiorno a titolo di protezione speciale, ai sensi degli artt. 5 e 19, d.lgs. 286/98. Considerate le differenti politiche di rimpatrio da parte degli Stati membri dell’Unione europea nei confronti dei cittadini afghani richiedenti protezione internazionale la cui domanda sia stata rigettata, costituisce quindi precauzione indifferibile quella volta a sospendere i trasferimenti dall'Italia verso altri Stati membri di cittadini afghani destinatari di un provvedimento di trasferimento ai sensi del Regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013 (cd. Regolamento Dublino III) garantendo l'assunzione della competenza da parte dell'Italia all'esame della domanda di protezione internazionale. Occorre altresí porre fine alle prassi illegittime di respingimento verso Paesi che non garantiscono il diritto di asilo e un'adeguata tutela dei diritti umani, nonché contrastare l’implementazione di accordi di riammissione e/o finalizzati a trasferire forzatamente i cittadini afghani in Paesi terzi considerati sicuri. |
Care amiche e cari amici della democrazia, il 26 aprile 2021 verrá introdotta una nuova giornata nell'agenda politica internazionale.
Giá il 26 aprile 1914, il movimento delle donne in Francia, costruí un rimarchevole evento pubblico per Il 26 aprile 2021 il tempo è maturo per fare un ulteriore passo in avanti nella democrazia: il diritto di voto per TUTTI i residenti - indipendentemente dal passaporto.
La rete europea VRAR- Voting Rights for All residents, diritto di voto per TUTTI i residenti, creatasi
Per poter partecipare all'evento online, contattateci gentilmente via mail, per potervi inviare il
L'evento sará tenuto in lingua inglese, con la possibilitá di seguirlo anche in lingua italiana e francese Sono previsti Breakout rooms per potersi incontrare in piccoli gruppi.
Fateci cortesemente sapere via e-mail vrar@we-vote.eu :
il vostro nome:
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LETTERA ALLA REGIONE PUGLIA -COMITATO #IOACCOLGO
Vaccini: servono indicazioni per chi é senza fissa dimora e chi non ha il permesso di soggiorno La lettera inviata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, agli assessorati alla Sanitá, al Welfare e alla Sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le migrazioni e Antimafia sociale
In una lettera inviata il 7 aprile 2021 al presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, ed
agli assessorati regionali alla Salute ed al Welfare, oltre 40 associazioni hanno espresso la loro preoccupazione per alcune importanti criticitá emerse nell'ambito dell'applicazione
del Piano vaccinale anti-SARS-CoV-2/COVID 19 .
Le problematiche segnalate limitano, secondo le associazioni firmatarie, l'effettiva capacitá
di vaccinazione delle persone presenti sul territorio regionale da parte delle amministrazioni
competenti, con ció inficiando il piano vaccinale, in quanto:
* la prenotazione del vaccino, nella forma telematica, é oggi preclusa alle persone
straniere prive di codice fiscale o numero di tessera sanitaria ;
A tal fine le associazioni firmatarie hanno chiesto un incontro all'amministrazione regionale
presentando giá nella lettera alcune proposte che possono essere attuate se verranno emanate
delle indicazioni regionali che:
a. definiscano le modalitá di inclusione nel Piano Vaccinale regionale in fase T2, tra i
soggetti socialmente fragili, delle persone che vivono in insediamenti informali anche urbani,
dei senza dimora compresa la popolazione migrante, dei richiedenti asilo, rifugiati e
apolidi a prescindere dal proprio status giuridico e delle persone presenti all’interno delle strutture collettive, emergenziali o particolarmente affollate, compreso i centri di accoglienza
e trattenimento;
b. stabiliscano e agevolino la procedura che consenta la vaccinazione a chi si trova sul territorio
regionale pur non avendo documenti quale tessera sanitaria, documento di identitá o codice fiscale prevedendo una “flessibilitá” amministrativa, cosí come indicata dall’AIFA,
eventualmente anche mediata da enti locali e/o da organizzazioni dell’associazionismo e
del terzo settore;
c. prendano in considerazione il ruolo fondamentale dell’associazionismo, in collaborazione
con le Aziende sanitarie locali, nella mappatura degli insediamenti formali ed informali
anche urbani, nonché dei servizi a bassa soglia (ad es. dormitori per senza dimora) e degli
sportelli informativi per cittadini stranieri attivi sul territorio regionale, al fine di identificare le
persone affette daparticolari fragilitá sociosanitarie, tenendo conto della necessitá di garantire il richiamo vaccinale in una popolazione difficile da rintracciare;
d. sollecitino, in particolare nell’ambito dell’offerta attiva, una maggiore capacitá di iniziativa
e una collaborazione tra le singole Aziende Sanitarie e le organizzazioni del terzo settore che operano nei con testi sopracitati, per concordare tempi e modalitá di somministrazione
del vaccino;
e. prevedanoil diretto coinvolgimento delle comunitá di immigrati e di mediatori culturali per favorire la trasmissione di messaggi chiave per la prevenzione nelle lingue comprese
dai migranti ed in modo culturalmente appropriato;
f. indichino la piú idonea tipologia e modalitá di vaccinazione per tali gruppi di popolazione
per una reale garanzia di salute pubblica, riducendo il rischio di differenziazione fra Asl
circa procedure, modalitá e processi a tutela della popolazione piú fragile e hard-to-reach.
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LETTERA ALLA REGIONE PUGLIA -A.S.G.I.
Richiesta di incontro al fine delle indicazioni regionali per una campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2/COVID-19 inclusiva delle persone prive di fissa dimora e dei migranti
privi di permesso di soggiorno
Lettera inviata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, agli assessorati alla
Sanitá, al Welfare e alla Sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le migrazioni e Antimafia
sociale
Oggetto: Richiesta di incontro al fine delle indicazioni regionali per una campagna vaccinale
anti-SARS-CoV-2/COVID-19 inclusiva delle persone prive di fissa dimora e dei migranti privi di permesso di soggiorno
Egr. Sig. Presidente, Egregi Assessori,
Ad esempio abbiamo apprezzato che la Regione abbia garantito l'approvvigionamento
idrico in tutti gli insediamenti informali della Capitanata (che sono quelli
maggiormente “stabili”), di concerto con la Asl e con il coinvolgimento delle associazioni
che hanno risposto ad avvisi nell'ambito del programma Su.Pre.Me,
hanno garantito unitá sanitarie mobili, distribuzione di kit igienico-sanitari, possibilitá
di screening veloci, individuazione di luoghi dove effettuare il periodo di quarantena
per i casi positivi asintomatici riscontrati (regolari e non) all'interno degli
insediamenti.
Tutto ció, tuttavia, non ha riguardato il piano vaccinale e le delicate sfide che
esso comporta, anche in relazione alla specifica parte di popolazione di cui oggi
ci occupiamo ed a quella, comunque, non dimorante negli insediamenti informali
che insistono sulla regione Puglia ove maggiore è stata l’attenzione nel recente
passato.
Ne é un segnale, ad esempio, quanto si legge in ordine alle modalitá di prenotazione
del vaccino che, nella forma telematica, é oggi preclusa alle persone straniere
prive di codice fiscale o numero di tessera sanitaria. Ma eguali difficoltá
hanno incontrato coloro che, pur avendo almeno 80 anni ma essendo privi di regolare
titolo di soggiorno in Italia, hanno provato a rivolgersi alle farmacie ovvero
al CUP. Inoltre, come noto, dobbiamo tenere in adeguata considerazione la
non giá avvenuta predisposizione ed approvazione del nuovo Piano triennale sull’Immigrazione,
ció che certamente puó incidere anche su tali questioni.
Si rende, dunque, necessario predisporre le misure volte alla piú efficace implementazione
del Piano vaccinale regionale in sintonia con tali criticitá, piano
che non puó in alcun modo omettere di considerare le persone di cui sopra.
Come noto, la Costituzione italiana riconosce la salute come un diritto fondamentale
dell’individuo e interesse della collettivitá. La Fase T2 del Piano nazionale
per i vaccini da SARS COVID-19 include, fra gli altri, “Persone con comorbiditá severa,
immunodeficienza e/o fragilitá di ogni etá Gruppi sociodemografici a rischio significativamente
piú elevato di malattia grave” e la Fase T3 include “carceri e luoghi comunitá”.
Il documento dell’ECDC “COVID-19 vaccination and prioritisation strategies in the
EU/EEA” del 22 dicembre u.s. consiglia di prendere in considerazione, nelle
prioritá di somministrazione del vaccino, le strutture con scarsa capacitá di distanza
fisica, compresi i centri per i migranti, alloggi affollati e rifugi per senza
tetto; giá a ottobre 2020 l'ECDC aveva sottolineato l'importanza di includere “migranti
e rifugiati” e senza dimora tra i gruppi target beneficiari dei vaccini.
In particolare modo, le condizioni abitative ad alta criticitá in cui spesso vivono
le persone negli insediamenti informali, i senza fissa dimora, gli stranieri irregolari
o fuori dal sistema di accoglienza per migranti, richiedenti asilo e rifugiati,
rappresentano di per sé un fattore di rischio socio-sanitario.
Come evidenziato dalle FAQ pubblicate dall’AIFA “Procedure di vaccinazione dei
vaccini Pfizer e Moderna” aggiornate al 3 febbraio 2021, alla n. 14 si specifica che
“per effettuare la vaccinazione alle persone (italiane e straniere) in condizioni di fragilitá sociale”
“sulla base di quanto sancito dall'articolo 32 della Costituzione italiana e di quanto previsto
dall'articolo 35 del Testo Unico sull'immigrazione, puó essere accettato un qualsiasi documento
(non necessariamente in corso di validitá) che riporti l’identitá della persona da vaccinare
e/o Tessera sanitaria - Tessera TEAM (Tessera Europea Assistenza Malattia) - Codice
STP (Straniero Temporaneamente Presente) - Codice ENI (Europeo Non Iscritto). In mancanza
di un qualsiasi documento verranno registrati i dati anagrafici dichiarati dalla persona e
l’indicazione di una eventuale ente/struttura/associazione di riferimento”.
Anche l’impostazione esclusiva di iscrizione tramite piattaforma regionale per
la prenotazione del vaccino presso il proprio medico di medicina generale o in
altro luogo, potrebbe essere un ostacolo discriminante per la popolazione socialmente
piú fragile, come é giá successo in alcune Regioni con l’obbligatorietá di
ricetta dematerializzata e prenotazione on line.
Chiediamo pertanto che vengano emanate delle Indicazioni regionali che:
c. prendano in considerazione il ruolo fondamentale dell’associazionismo,
in collaborazione con le Aziende sanitarie locali, nella mappatura degli insediamenti
formali ed informali
d. sollecitino, in particolare nell’ambito dell’offerta attiva, una maggiore capacitá
di iniziativa e una collaborazione tra le singole Aziende Sanitarie e le
organizzazioni del terzo settore che operano nei contesti sopracitati, per concordare
tempi e modalitá di somministrazione del vaccino;
e. prevedano il diretto coinvolgimento delle comunitá di immigrati e di mediatori
culturali anche per scongiurare la diffusione di informazioni non corrette
e per favorire la trasmissione di messaggi chiave per la prevenzione nelle
lingue comprese dai migranti ed in modo culturalmente appropriato: un recente
rapporto della Nazioni Unite ha evidenziato che il 25% degli immigrati
intervistati, pur avendo sintomi suggestivi o comunque un sospetto di infezione
virale, non aveva cercato assistenza sanitaria per paura di provvedimenti
di espulsione;
f. indichino la piú idonea tipologia e modalitá di vaccinazione per tali gruppi
di popolazione. La formalizzazione di indicazioni che a livello regionale tenessero
conto degli aspetti sopra indicati risulterebbe fondamentale per agevolare
l’implementazione inclusiva del Piano Vaccinale garantendo la capillare
distribuzione del vaccino fra tutta la popolazione presente sul territorio nazionale
con una maggiore copertura per una reale garanzia di salute pubblica e
riducendo il rischio di differenziazione fra Asl circa procedure, modalitá e
processi a tutela della popolazione più fragile e hard-to-reach.
A tale riguardo, in calce alla presente, i riferimenti di coloro che, a livello locale,
é possibile contattare per organizzare con le scriventi un incontro su tale tema e
discutere più approfonditamente le relative questioni. |
Piano triennale immigrazione, il Comitato #ioaccolgo presenta le sue proposte alla Regione Puglia
Il 18/03/2021, con un comunicato stampa, le sigle sindacali e dell’associazionismo che si riuniscono nel Comitato #ioaccolgo, tra cui anche Saro-Wiwa, hanno presentato queste proposte alla Regione Puglia
Proposte per il Piano Triennale per l'Immigrazione 2019-2021
Nel mese di novembre 2020, la Commissione europea ha presentato il piano di azione per l'integrazione e l'inclusione 2021-2027. Tale piano riconosce l'importanza del contributo offerto dai migranti all'UE sia in termini economici che culturali che sociali, e pone l'obbiettivo di affrontare le barriere che possono ostacolare la loro partecipazione e inclusione nella societa' europea attraverso un percorso che li porta da nuovi arrivati a cittadini, affermando che l'integrazione inclusiva richiede sia l'impegno delle persone da integrare che l'impegno della comunitá ospitante.
Un approccio che mette in evidenza come le politiche di integrazione devono essere destinate a tutti i migranti presenti regolarmente al di la' della loro provenienza geografica o nazionale e che considera indispensabile la partecipazione attiva degli immigrati al processo di inclusione socio economica e culturale.
Questo approccio rende necessario rivedere la legge 32/2009 della Regione Puglia in materia di accoglienza e integrazione estendendo il suo campo di applicazione a tutti i cittadini stranieri presenti e adeguandola al nuovo contesto dell'immigrazione nella nostra regione, migliorando alcuni aspetti come il monitoraggio, la partecipazione e il protagonismo della popolazione straniera nel processo di integrazione, cosí come viene indicato dalla Commissione europea attraverso il Piano di Azione ed Inclusione.
Il Piano regionale triennale per l'immigrazione e' il punto piú alto della definizione delle linee, strategie ed azioni che realizzano la legge regionale in tema di immigrazione e si pone l'obbiettivo di sostenere e incentivare l'integrazione sociale, economica e culturale della popolazione migrante.
Il Piano regionale per l'integrazione degli immigrati 2016 – 2018 ha raggiunto obbiettivi ambiziosi ed ha realizzato interventi rispondenti ai reali bisogni di una importante parte dei cittadini stranieri residenti nella nostra regione. Oggi la crisi mondiale causata dalla Pandemia del COVID 19 ha messo in evidenza l'insufficienza e la parzialita' delle nostre politiche e azioni che spesso sono intervenute inseguendo le emergenze prodotte dai flussi dei migranti che fuggono da situazioni critiche e pericolose o da situazioni di precarieta' e di sfruttamento legati ai flussi per il lavoro stagionale nelle nostre campagne.
Alla luce dei cambiamenti avvenuti - anche a causa della pandemia che ha avuto un impatto drammatico sugli immigrati producendo alti tassi di impoverimento in termini economici, di istruzione e di salute dovuti alla precarieta' e fragilita' delle loro pregresse condizione di vita e di lavoro, determinata anche dalla limitata efficienza delle politiche e delle azioni fino ad ora operate e che non hanno favorito la loro auspicata integrazione-inclusione nel tessuto sociale - il Comitato "Io Accolgo" della Puglia ritiene che oggi sia necessario realizzare politiche e azioni piú aderenti ai contesti determinati dalla molteplicitá e qualitá della presenza migratoria nella nostra regione e dagli effetti prodotti dalla pandemia sulle condizioni di vita e di lavoro della popolazione migranti. Il Piano triennale deve avere una visione complessiva e deve orientare il territorio verso un modello di integrazione inclusivo, che riconosca pari dignita' e parita' di diritti e di opportunita' mettendo al centro la persone e i loro bisogni di emancipazione e rafforzando il senso di appartenenza nell'interesse di tutta la collettivita', partendo dall'abbattimento delle barriere che impediscono o limitano il riconoscimento dei diritti dei cittadini immigrati e il loro accesso alle prestazioni socio lavorative, sanitarie, formative e culturali. | UN INTERVENTO DI AZMI JARJAWI
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La lettera ai prefetti del Comitato "Io accolgo" CRONACA Bari venerdí 29 gennaio 2021 di LA REDAZIONE
La pandemia ha colpito tutti, ma ha avuto effetti differenziati in rapporto ai vari contesti sociali e territoriali. L’impatto é stato devastante sulle famiglie povere, sui lavoratori precari, su quelli immigrati e sulle loro famiglie a causa di pregresse condizioni e di carenza di politiche id integrazione e inclusione. Con questa lettera il comitato “io accolgo” invita i prefetti ad attivare i Consigli territoriali per l’immigrazione in applicazione della legge in vigore, per verificare l’impatto della pandemia sulla popolazione immigrata, prevenire conseguenze piú gravi e indicare ai territori adeguate politiche finalizzate a favorire l’integrazione. Ai prefetti é stato chiesto che i Consigli Territoriali per l’Immigrazione vengano convocati, rafforzati e resi operativi dove esistono, di provvedere alla loro formazione e funzionamento laddove non esistono piú al fine di richiamare i diversi attori alle proprie responsabilitá e aprire i tavoli di confronto che sicuramente potranno dare un contributo fondamentale ai territori nel tracciare la strada verso una vera integrazione-inclusione e, soprattutto, dare risposte a tante fragilitá onde rompere i muri dell'isolamento e della discriminazione. Ecco il testo della lettera: Premesso che: -il Dlgs 286 del 25/07/1998 – Testo Unico sull'immigrazione- con l'art. 3 comma 6 ha istituito i Consigli Territoriali per l'Imigrazione dove sono rappresentate le competenti amministrazioni dello Stato, la Regione, gli enti locali, gli enti e le associazioni localmente attivi nel soccorso e nell'assistenza agli immigrati, le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, con compiti di monitoraggio ed analisi delle problematiche connesse al fenomeno dell'immigrazione e delle esigenze degli immigrati cosí come della promozione di adeguati interventi per favorire la loro integrazione socio-territoriale da attuare a livello locale; -l'art. 57 del DPR n. 394 del 31 agosto 1999 ha disciplinato e regolamentato la formazione e i compiti dei CC.TT.I e affidato al prefetto la responsabilitá di assicurare la formazione e il funzionamento di detti consigli, effettivamente istituiti con DPCM del 18 dicembre 1999 in ciascuna provincia. Di conseguenza, al Prefetto é stata affidata la presidenza e le nomine dei componenti su designazione delle amministrazioni, organizzazioni, associazioni e enti interessati. -con la circolare n. 312 del 14 gennaio 2015 il Capo del Dipartimento per le libertá civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, il prefetto Mario Morcone, ha rilanciato il ruolo di governance dei Consigli Territoriali per l'immigrazione tracciando le linee di indirizzo delle future attivitá e puntualizzando le linee generali di intervento in una serie di aspetti ritenuti fondamentali e imprescindibili al fine di ottimizzare i risultati che deve conseguire la pubblica amministrazione in termini di sviluppo e di governance dei processi di integrazione.
alla data 31 dicembre 2019 i cittadini stranieri residenti nella nostra regione erano 140.564 persone e, grazie al art. 103 del DL rilancio Italia, sono state presentate 11.067 domande di emersione per nuove lavoratrici e lavoratori. Gli stranieri in Puglia hanno un tasso di attivitá del 61,9%, sono maggiormente occupati nei settori dei servizi, dell'assistenza alle persone, dell'agricoltura e dell'edilizia. I lavoratori immigrati percepiscono una retribuzione media di 911,00 euro mensili inferiore di 353,00 euro rispetto alla retribuzione media dei lavoratori pugliesi. Sono spesso soggetti a lavoro precario, sfruttato, sottopagato, insicuro e rischioso per la salute. Molti cittadini stranieri vivono in alloggi in affitto, in condizioni igienico sanitari insufficienti e di affollamento per non parlare delle condizioni di vita di tanti uomini, donne e a volte famiglie che continuano a vivere negli insediamenti informali, nei casolari abbandonati e negli stabili dismessi. Sono ancora tanti i cittadini immigrati e le cittadine immigrate che continuano ad avere difficoltá nell'accesso ai servizi pubblici e ai diritti sociali, sanitari, di istruzione e di formazione anche linguistica. La crisi che attraversa il Paese a causa della pandemia ha avuto e avrá effetti devastanti sulla tenuta economica, sociale e culturale dell'Italia. Essa ha colpito tutti producendo peró effetti ed impatti differenziati in rapporto ai contesti sociali e territoriali. Ha messo a nudo tante delle nostre debolezze, tra cui la carenza di reali politiche e azioni di integrazione rivolte agli stranieri che vivono e lavorano nella nostra regione. Ció ha fatto sí che tanti lavoratori, lavoratrici e famiglie di immigrati risultino piú fragili e meno preparati nell'affrontare la crisi pandemica sotto diversi aspetti, anche a causa dell'aggravamento delle loro pregresse condizioni sociali, e che inevitabilmente, nel prossimo futuro, saranno tra coloro che rischiano di subire le conseguenze piú drammatiche della crisi che stiamo vivendo. Alla luce di quanto in premessa, il Comitato "Io Accolgo" della Puglia ritene necessario ed indispensabile riattivare i Consigli Territoriali per l'Immigrazione in applicazione della legge in vigore e al fine di svolgere concretamene e al piú presto il proprio ruolo come strumento di rilevazione e analisi dei bisogni, di promozione delle attivitá e delle azioni che favoriscono l'inclusione dei cittadini immigrati nel tessuto sociale e di promozione della cultura dell'accoglienza e della solidarietá. Pertanto, chiediamo che i CC.TT.I vengano convocati, rafforzati e resi operativi dove esistono, di provvedere alla loro formazione e funzionamento laddove non esistono piú al fine di richiamare i diversi attori alle proprie responsabilitá e aprire i tavoli di confronto che sicuramente potranno dare un contributo fondamentale ai territori nel tracciare la strada verso una vera integrazione-inclusione e, soprattutto, dare risposte a tante fragilitá onde rompere i muri dell'isolamento e della discriminazione. Comitato "Io Accolgo" Puglia CNCA Puglia, CGIL Puglia, UIL Puglia, ACLI Puglia, ARCI Puglia, ASGI Puglia, Libera Puglia, Fondazione Migranti Puglia, Missionari Comboniani, Lega Ambiente Puglia, Rete Della Conoscenza Puglia, Action Aid, Alleanza Delle Cooperative Puglia, Centro Islamico Puglia, Caritas Bari-Bitonto, Coop. CAPS, Edizione Radice Futura, Abusuan, Gruppo Lavoro Rifugiati, Ass. Etnie, Giraffa onlus, Oasi 2, Zona Franca, Saro Wiwa, Periplo ODV, Convochiamoci Per Bari, Alma Terra, Unsolomondo, Forum Per Cambiare L'ordine Delle Cose di Brindisi,Comitato Della Pace della Terra di Bari, scuola Penny Wirton, Ass. Nuova Eritrea Puglia, Ass. Bangladeshi in Puglia, Ass. Mama Africa, Ass. Origens, Ass. Michaela onlus.
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Comunicato stampa
Riconosciuto il diritto a fare ingresso in Italia a chi ha subito una riammissione a catena verso la Bosnia Al cittadino straniero arrivato a Trieste nel 2020 era stato negato l’accesso a causa del comportamento illecito delle autoritá italiane. Ha diritto a fare immediato ingresso in Italia, in applicazione dell’articolo 10 della nostra Costituzione, per poter chiedere asilo, il cittadino straniero illegalmente riammesso in Slovenia e poi in Bosnia sulla base dell’accordo Italia-Slovenia da considerarsi in palese violazione delle norme internazionali, europee e interne. E’ quanto deciso con Ordinanza del 18.1.2021,dal Tribunale di Roma Con tale decisione il Tribunale ha sancito l’illegittimitá della procedura di riammissione attuata al confine orientale italiano sulla base di un accordo siglato tra Italia e Slovenia nel 1996, mai ratificato dal Parlamento italiano. Tale procedura, ha osservato il Tribunale, é condotta in palese violazione delle norme internazionali, europee e interne che regolano l’accesso alla procedura di asilo, é eseguita senza la consegna agli interessati di alcun provvedimento e senza alcun esame delle situazioni individuali, dunque con chiara lesione del diritto di difesa e del diritto alla presentazione di un ricorso effettivo. Inoltre essa é realizzata mediante un trattenimento esperito senza alcun ordine dell’autoritá giudiziaria e, non da ultimo, é in palese contrasto con l’obbligo di non refoulement il quale vieta di esporre lo straniero a rischi di trattamenti inumani e degradanti, i quali, come documentato da numerose ONG e dalle testimonianze raccolte dal Border Violence Monitoring network, rappresentano una drammatica costante al confine croato. In diretta applicazione dell’art. 10 comma 3 della Costituzione Italiana, il Tribunale ha riconosciuto il diritto del ricorrente a fare immediato ingresso in Italia per avere accesso alla procedura di esame della protezione internazionale, accesso che gli era stato precluso a causa del comportamento illecito delle autoritá italiane. La decisione, ottenuta dalle avvocate Caterina Bove e Anna Brambilla dell’ASGI, grazie alla testimonianza raccolta da Border Violence Monitoring Network (BVNN) e dal giornalista Martin Gottske, é frutto della collaborazione con tutte le realtá impegnate nel documentare e contrastare le violenze cui sono soggette le persone lungo la rotta balcanica, e rappresenta un tassello fondamentale per il ripristino della legalitá alla frontiera orientale italiana . ASGI |
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DECRETO-LEGGE 21 ottobre 2020, n. 130
Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonche' misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della liberta' personale. (20G00154) (GU Serie Generale n.261 del 21-10-2020)
note: Entrata in vigore del provvedimento: 22/10/2020
Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 18 dicembre 2020, n. 173 (in G.U. 19/12/2020, n. 314).
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione; Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina dell'attivita' di governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri; Ritenuta la straordinaria necessita' e urgenza di garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di immigrazione, nel rispetto dei principi costituzionali e internazionali vigenti in materia; Ravvisata, altresi', la straordinaria necessita' ed urgenza di modificare alcune norme in materia di riconoscimento della protezione internazionale e della protezione complementare e di riarticolare il sistema di prima assistenza e di accoglienza dei richiedenti ed i titolari di protezione internazionale, per i beneficiari di protezione complementare e per minori stranieri non accompagnati; Ravvisata la straordinaria necessita' e urgenza di introdurre norme in materia di iscrizione anagrafica dello straniero e di cittadinanza; Ritenuta inoltre la straordinaria necessita' ed urgenza di introdurre disposizioni in materia di diritto penale; Considerata, inoltre, la straordinaria necessita' ed urgenza di rafforzare la capacita' preventiva delle misure di divieto di accesso agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico trattenimento nell'attuale quadro delle attivita' di prevenzione in materia di tutela della sicurezza e dell'incolumita' pubblica; Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di implementare le misure di prevenzione e contrasto al traffico di stupefacenti via internet; Visto il codice penale, approvato con regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398; Visto il codice della navigazione, approvato con regio decreto 30 marzo 1942, n. 327; Visto il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, recante il testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero; Visto il decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251, recante attuazione della direttiva 2004/83/CE recante norme minime sull'attribuzione, a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica del rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonche' norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta; Visto il decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, recante attuazione della direttiva 2005/85/CE recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato; Visto il decreto legislativo 18 agosto 2015, n.142, recante attuazione della direttiva 2013/33/UE recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, nonche' della direttiva 2013/32/UE, recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale; Visto il decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonche' misure per la funzionalita' del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata; Visto il decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2019, n. 77, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 5 ottobre 2020; Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell'interno, di concerto con i Ministri della giustizia, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa, della salute, dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze; Emana il seguente decreto-legge: |
art.1 art.2 art.3 art.4 art.5 art.6 art.7 art.8 art.9 art.10 art.11 art.12 art.13 art.14 art.15 art.16 |
Dopo 5 anni di impegno siamo riusciti a risolvere la situazione di Abib. Un grazie particolare alla nostra socia avv. Sangiovanni Gazzetta del Mezzogiorno 26 settembre 2017 |